2022, Chiusi Fuori, laboratorio presso Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, con il sostegno dei CPIA1 di Torino
2021, Milano suona con Lucia Portis, Federica Manfredi, World Anthropology Day, Milano;
2021, L’attesa con Doriana Crema
2020, L’importanza del rito in un tempo di straordinario – VIII CONVEGNO SIAA – Società Italiana Antropologia Applicata, Parma
2020, Or ora– una sosta, un tempo, una durata con Doriana Crema, Neive
2019, Archivio Sonoro Partecipato con Nicole Janigro, Philo Scuola di Pratiche Filosofiche, Milano2019, Archivio Sonoro Partecipato VII Convegno della Società Italiana di Antropologia Applicata, Ferrara
2016, Campo largo, Coorpi, Lavanderie Vapore, Torino
2016, Testamento Poetico Univ. la Cattolica di Piacenza in dialogo con Roberto Diodato, filosofo d’estetica
2016, Testamento Poetico Philo – Scuola di pratiche Filosofiche in dialogo con Paolo Jedlowski, Fabio Madeddu, Nicole Janigro
2015, Testamento Poetico Università Cattolica di Piacenza, convegno La Nuova Filantropia, in dialogo con Fabio Madeddu e Mariachiara Tallacchini
Come esperta in metodologia autobiografica dal 2011 conduco laboratori di scrittura autobiografica, sia di base che avanzati.
Nel 2012 ho ideato e condotto il corso di ORTOBIOGRAFIA, in cui l’esperienza diretta in un orto urbano permette di sperimentare la narrazione autobiografica, secondo un duplice e parallelo percorso. Orto e scrittura hanno un terreno ricchissimo di similitudini.
Il laboratorio intende illustrare come sia utile e stimolante avvicinare la scrittura autobiografica all’esperienza diretta nella cura di tutte le fasi di un ciclo vitale, dalla semina fino alla raccolta.
Di come le tecniche e i segreti dell’orto diventano una metafora perfetta ai temi di un percorso autobiografico: le origini, la nascita, gli eventi marcatori, le perturbazioni, la semina, le tracce, l’attesa, fino alla raccolta, a ciò che resta.
Un contatto con la terra che sottolinea i contrasti tra la nostra cultura e la nostra natura.
Dal 2017 conduco workshop di Autobiografia domestica in spazi privati o disabitati.
Il tema è quello della quotidianità. Abitare un luogo vuol dire agire un’esperienza quotidiana. Una serialità di scelte molto personali. Una ripetizione che può guarire come ammalare. L’unica àncora, l’unica cosa certa è la storia personale, che unisce noi al gesto, noi all’oggetto, noi ai riti, compatta, rafforza e sancisce l’unicità.
Si tratta di imparare – per usare un’espressione del sociologo belga Claude Javeau – a “prendere il futile sul serio”. La quotidianità è un processo creativo, nel senso di trasformativo, comprenderla vuol dire comprendere in che modo stiamo al mondo. Tre giorni di azioni e scrittura alla scoperta dell’unicità dei propri gesti, azioni e manie.